di Fabio Giordano, comitato tecnico AssoSoftware
Nelle scorse settimane avevamo già iniziato ad affrontare l’argomento «F24 e compensazioni» in occasione della pubblicazione del Dl 50/2017 (articolo 3, comma 3) che aveva reso obbligatorio, per i soggetti titolari di partita Iva, l’utilizzo del canale Entratel nel caso in cui il modello F24 presentato contenesse una compensazione tra uno o più debiti e uno o più crediti.
Con l’occasione avevamo auspicato un intervento interpretativo da parte dell’agenzia delle Entrate in relazione all’individuazione dei tributi a credito utilizzati sul modello F24 che fanno scattare l’obbligo di utilizzo della piattaforma Entratel, in quanto la norma ne stabilisce in modo generale solo le categorie, ma chiaramente non ne dettaglia i tributi.
Nel frattempo sono successe due cose:
■il Dl 50/2017 è stato convertito, per cui è di fatto confermato definitivamente che per tali fattispecie di deleghe non è più utilizzabile il circuito interbancario Cbi, neppure nella modalità home banking;
■l’agenzia delle Entrate ha pubblicato la risoluzione 68/E/2017 , con la quale ha fornito tutti i chiarimenti richiesti da AssoSoftware.
Va detto che la risoluzione stupisce per due motivi:
■affronta il tema compensazioni con notevole dettaglio esplicativo, al punto da poter essere utilizzata così com’è per l’adeguamento delle procedure (il limite di tale livello di dettaglio è comunque l’aggiornamento nel tempo);
■evidenzia aspetti sicuramente già conosciuti, ma li espone in modo così chiaro da far risaltare in modo inequivocabile il limite strutturale dell’attuale utilizzo della modulistica. Limite che già più volte avevamo evidenziato, ma che ora diventa ancora più palese.
Le indicazioni della risoluzione
Volendo entrare un po’ più in dettaglio, la risoluzione fornisce le seguenti indicazioni:
■nell’«Allegato 1» elenca tutti i codici tributo a credito che già in passato, stanti le previgenti disposizioni, obbligavano i contribuenti all’utilizzo esclusivo di Entratel o FiscOnline;
■nell’«Allegato 2» elenca tutti i codici tributo a credito il cui utilizzo in delega obbliga da ora i contribuenti, per effetto delle citate disposizioni introdotte dal Dl 50/2017, all’uso esclusivo di Entratel o FiscOnline, ossia quelli relativi a crediti Iva (annuali o relativi a periodi inferiori), ovvero crediti relativi alle imposte sui redditi e alle relative addizionali, alle ritenute alla fonte, alle imposte sostitutive delle imposte sul reddito, all’imposta regionale sulle attività produttive e crediti d’imposta da indicare nel quadro RU della dichiarazione dei redditi;
■nell’«Allegato 3» vengono invece elencate le eccezioni relative al punto precedente, laddove viene chiarito che l’obbligo non sussiste qualora, nella medesima delega di pagamento, i codici riportati nella colonna 2, siano utilizzati in compensazione per il pagamento dei tributi identificati con i codici di cui alla colonna 4, in questo caso, infatti, la compensazione si considera di tipo «verticale o interna».
Le considerazioni di AssoSoftware
Da queste importanti indicazioni si possono trarre le seguenti considerazioni:
■se il contribuente decide di utilizzare il circuito Entratel direttamente o tramite il suo consulente (in veste di intermediario), le informazioni contenute nella risoluzione sono utili esclusivamente per la verifica del superamento del limite dei 700mila euro di importi liberamente compensabili, in quanto la “costruzione” dei singoli F24 può continuare a seguire gli attuali criteri, il più delle volte improntati su logiche gestionali di studio (F24 paghe, F24 ritenute, F24 Iva e così via);
■se il contribuente ha la necessità di continuare utilizzare il circuito Cbi oppure l’home banking per questioni organizzative e gestionali (per esempio ha più conti correnti con disponibilità limitate rispetto ai pagamenti da effettuare con gli F24), di fatto si trova spiazzato perché da una parte deve costruire gli F24 sulla base delle regole di compensazione indicate nella risoluzione, dall’altra da ciascun F24 deve comunque “uscire” un debito, altrimenti non è autorizzato a utilizzare gli strumenti bancari.
La questione è di fatto però piuttosto semplice da inquadrare:
■da una parte l’F24 è diventato uno strumento di monitoraggio “in tempo reale” di scomputi e compensazioni, in passato monitorati annualmente tramite il modello 770 e il modello di dichiarazione dei redditi;
■dall’altra l’F24 serve a effettuare i pagamenti veri e propri.
È evidente, dalla sua struttura a pagine indipendenti l’una dall’altra, nelle quali ciascuna compensazione è annegata (si può solo presumere) e non è chiaramente identificata come “verticale o interna” o “orizzontale o esterna”, che il modello attuale può andar bene per effettuare i versamenti, ma è non certo la soluzione migliore per gestire al meglio gli scomputi e le compensazioni.
Urge un confronto con l’agenzia delle Entrate
In conclusione non possiamo che auspicare l’apertura di un tavolo di confronto tra l’agenzia delle Entrate e le Associazioni di categoria, per una revisione moderata e oculata della modulistica o, meglio ancora, delle modalità di esposizione delle compensazioni sull’attuale modulistica, al fine di addivenire a una soluzione che non stravolga le attuali logiche gestionali (le nostre aziende associate non vogliono sicuramente riscrivere i software), ma che consenta ai contribuenti e ai loro consulenti di operare con maggiore semplicità.
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