Le novità bloccano il fisco online
Gli aggiornamenti ai sistemi mandano in crisi i software gestionali

di Gianni Trovati

La caccia al «pin» perduto, occupazione abituale di milioni di italiani quando sono alle prese per esempio con gli acquisti online o con il pagamento sul sito dell’Inps dei contributi alla colf, sta dilagando negli studi dei commercialisti che utilizzano i canali telematici del fisco per la gestione degli obblighi dei loro contribuenti. Non solo: quando i professionisti ritrovano il pin si trovano di fronte un sistema Entratel rinnovato nella gestione degli «invii massivi» di dati e modelli, che però non dialoga più con i software gestionali che hanno in dotazione. Risultato: tra tutti questi ostacoli 2.0 l’attività si inceppa, e c’è il rischio di non arrivare in tempo ai termini per gli adempimenti imposti dal calendario fiscale (lo spesometro, che come si spiegato qui sotto è appena tornato a escludere Pa, operatori turistici e commercianti al dettaglio, scade lunedì prossimo) o dalle attività dei singoli contribuenti.
Tutto nasce, un po’ a sorpresa per i diretti interessati, da un avviso dell’agenzia delle Entrate in cui a fine marzo si spiega che per entrare in Entratel e in Fisconline servirà, oltre al nome e alla password, anche il pin. E qui nascono i primi problemi perché questo codice è stato rilasciato al momento della registrazione al sistema, e poi è stato dimenticato da molti professionisti. Assosoftware, l’associazione delle imprese che rilasciano i sistemi gestionali utilizzati dagli studi, denuncia però che le novità sono due: insieme al pin è stata rilasciata la nuova applicazione «Entratel-Multifile», che come ricorda anche un comunicato dell’Agenzia del 3 aprile è rivolta soprattutto «agli utenti che hanno la necessità di gestire un numero significativo di file attraverso elaborazioni di tipo massivo». «Questo nuovo sistema – rimarca però Roberto Bellini, direttore generale di Assosoftware – ha modificato una serie di impostazioni e non dialoga più con i sistemi gestionali utilizzati dagli studi, con la conseguenza che il professionisti devono tornare a seguire la procedura “manuale” abbandonata da tempo proprio grazie ai software gestionali». Tra ricerca del pin e procedura manuale, su cui alcune società di software hanno inviato le istruzioni ai commercialisti «in attesa di ricevere dall’agenzia delle Entrare le specifiche tecniche per adeguare la nostra procedura», l’evoluzione telematica sembra quindi imporre in questi giorni un paradossale ritorno al passato, alla ricerca di codici e procedure abbandonate da tempo in un cassetto della scrivania o della memoria: con il rischio di sanzioni per chi ad esempio ritarda troppo l’invio degli F24.
Dalle Entrate ricordano che l’introduzione del «pin» a ogni accesso al sistema è stata chiesta espressamente dal garante della Privacy, e che come accade per queste novità i call center sono stati in prima fila per assistere i professionisti e fornire istruzioni: in questi giorni, comunque, secondo l’amministrazione i flussi di dati sono stati «normali», e anzi in lieve crescita per l’effetto canone Rai. «In effetti – spiega Luigi Mandolesi, delegato alla fiscalità del consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili – i call center sono stati inondati di richieste, e questo spiega perché a volte i tempi di attesa non sono stati brevi. Ma il problema è di metodo: sarebbe stato sufficiente avvisare della novità con un anticipo più largo per dar modo agli interessati di attrezzarsi, altrimenti anche con l’informatica la semplificazione resta un miraggio».