I temi della settimana

AUDIZIONE DEF, BONOMI: NECESSARIA RISPOSTA PIÙ ROBUSTA. SERVE RESPONSABILITÀ, SI’ A PATTO PER L’ITALIA

“La ma­ni­fat­tu­ra del no­stro Pae­se è stra­te­gi­ca, e va con­si­de­ra­ta una leva es­sen­zia­le del­la si­cu­rez­za na­zio­na­le. Per que­sto, dob­bia­mo di­fen­de­re le fi­lie­re in­du­stria­li. Ser­ve re­spon­sa­bi­li­tà e una ri­spo­sta più ro­bu­sta, di si­ste­ma, e du­ra­tu­ra”. Così il Pre­si­den­te di Con­fin­du­stria, Car­lo Bo­no­mi, al­l’au­di­zio­ne sul Def pres­so le com­mis­sio­ni riu­ni­te Bi­lan­cio di Ca­me­ra e Se­na­to.

“La guer­ra tra Rus­sia e Ucrai­na si in­ne­sta su un qua­dro eco­no­mi­co in ral­len­ta­men­to (dal­lo scor­so no­vem­bre). Il 16% del­le im­pre­se ha già ri­dot­to o so­spe­so la pro­du­zio­ne, un al­tro 30% lo farà nel­le pros­si­me set­ti­ma­ne: quin­di, tra due mesi e mez­zo, qua­si il 50% del­l’in­du­stria ita­lia­na avrà ri­dot­to la pro­du­zio­ne – ha affermato Bonomi. Col­pa dei rin­ca­ri dei prez­zi ener­ge­ti­ci, del­le dif­fi­col­tà di re­pe­ri­men­to di ma­te­rie pri­me e ma­te­ria­li, e del for­te au­men­to del­l’in­fla­zio­ne, che non si esau­ri­rà nel bre­ve ter­mi­ne”. Alla luce di tut­to ciò, il qua­dro ma­croe­co­no­mi­co che de­li­nea il Def ap­pa­re, per Bo­no­mi, “ot­ti­mi­sti­co, e sem­bra non co­glie­re le straor­di­na­rie dif­fi­col­tà del­l’at­tua­le si­tua­zio­ne”.

È in­di­spen­sa­bi­le, per­ciò, una cor­re­zio­ne di rot­ta: “ser­ve par­ti­re dal­la ste­ri­liz­za­zio­ne de­gli au­men­ti dei prez­zi di gas e pe­tro­lio per im­pre­se e fa­mi­glie, da in­qua­dra­re in una ri­spo­sta di si­ste­ma, un pat­to a tre con go­ver­no e sin­da­ca­ti – ha spie­ga­to il Pre­si­den­te. Non è possibile chiedere alle imprese, che si stanno già fermando per gli aumenti dei costi degli input, ulteriori sforzi. In questo quadro serve un taglio del cuneo contributivo. Il momento – ha aggiunto – richiede responsabilità e spirito di coesione. Questo dobbiamo averlo presente tutti. I sindacati devono essere consapevoli che occorre discutere e affrontare le cause dei problemi e, solo in seconda battuta, individuare le soluzioni anche alle loro istanze. Se si pretende di discutere di redditi senza domandarsi come generare le risorse per corrisponderli, sarà tempo perso”.

 

ENERGIA, BONOMI AL CORRIERE: DIFESA DELL’INDUSTRIA FATTORE DI SICUREZZA NAZIONALE. SERVE UN TETTO AL PREZZO DEL GAS

“Bi­so­gna ren­der­si con­to che la ve­lo­ci­tà del­la ri­pre­sa ha ral­len­ta­to da ben pri­ma del­la guer­ra. Come Con­fin­du­stria ave­va­mo chie­sto una leg­ge di bi­lan­cio orien­ta­ta alla cre­sci­ta, ma si è spre­ca­ta un’oc­ca­sio­ne” di in­di­riz­za­re “le ri­sor­se per so­ste­ne­re le fa­sce più col­pi­te dal­la pan­de­mia – gio­va­ni e don­ne -, an­che a fa­vo­re del­la com­pe­ti­ti­vi­tà”. Così il Pre­si­den­te Car­lo Bo­no­mi in un’in­ter­vi­sta al Cor­rie­re del­la Sera ha sottolineato che “la di­fe­sa del­l’in­du­stria è un fat­to­re di si­cu­rez­za na­zio­na­le, per­ché crea red­di­to e la­vo­ro”. Posizione ribadita dal Presidente anche nel corso del confronto con i vertici del Partito Democratico: “dall’incontro è emersa l’importanza di mettere subito in campo iniziative strutturali e congiunturali per sostenere il reddito degli italiani e le imprese, il vero asset di sicurezza e competitività del Paese”. Sul tema ener­gia Bo­no­mi ha chie­sto al go­ver­no di in­ter­ve­ni­re sul prez­zo del gas: “se l’Eu­ro­pa non de­ci­de, si pre­ve­da un tet­to che val­ga in Ita­lia sul prez­zo del gas com­pra­to al­l’in­gros­so: è fat­ti­bi­lis­si­mo. Dob­bia­mo sa­pe­re quan­to gli im­por­ta­to­ri pa­ga­no il gas e co­no­sce­re la du­ra­ta dei con­trat­ti. Non cre­do che com­pri­no tut­to ai prez­zi di mer­ca­to, im­paz­zi­ti, di que­sta fase. Ca­pi­re­mo così come ap­pli­ca­re un tet­to e qua­li sono i pro­fit­ti sul­l’e­let­tri­ci­tà. Con i prez­zi at­tua­li – ha av­ver­ti­to il nu­me­ro uno de­gli in­du­stria­li intervistato da Fubini – de­gli au­men­ti in bol­let­ta pari a cir­ca 40 mi­liar­di, 36 sa­ran­no a ca­ri­co di im­pre­se e fa­mi­glie. Si ri­schia che quel 16-20% at­tua­le di im­pre­se che oggi ri­du­co­no la pro­du­zio­ne di­ven­ti­no il 50%”. Il Pre­si­den­te Bo­no­mi, in­fi­ne, ha ri­lan­ciato tre pro­po­ste: “cam­bia­re pas­so sui 400 im­pian­ti di fon­ti rin­no­va­bi­li fer­mi per man­can­za di au­to­riz­za­zio­ni, spe­cie a li­vel­lo de­cen­tra­to; ri­ser­va­re alle im­pre­se una quo­ta di ener­gia pro­dot­ta da rin­no­va­bi­li che ri­flet­ta i co­sti ef­fet­ti­vi di pro­du­zio­ne e non ai prez­zi mol­to più alti del gas; au­men­ta­re la pro­du­zio­ne di gas na­zio­na­le ol­tre quan­to già de­ci­so fino ad oggi, per esem­pio nel­l’al­to Adria­ti­co”.

 

PNRR, BONOMI: STIAMO FALLENDO L’OBIETTIVO DELLE RIFORME. NECESSARI INTERVENTI STRUTTURALI, TAGLIARE IL CUNEO CONTRIBUTIVO

”La vera sfi­da è que­sta: se il pae­se farà gli in­ter­ven­ti strut­tu­ra­li di cui ne­ces­si­ta po­tre­mo tor­na­re a cre­sce­re in ma­nie­ra im­por­tan­te, al­tri­men­ti avre­mo una cre­sci­ta che non sarà suf­fi­cien­te per ri­pa­ga­re quel de­bi­to pub­bli­co emer­gen­zia­le che ab­bia­mo con­trat­to”. Così il Pre­si­den­te Car­lo Bo­no­mi intervistato da SkyT­g24. “Gli in­du­stria­li sono sen­za se e sen­za ma con il pro­prio Go­ver­no e cre­do che quel­lo che han­no fat­to in que­sto pe­rio­do sia ve­ra­men­te da evi­den­zia­re: se oggi ab­bia­mo una in­fla­zio­ne così bas­sa è per­ché tut­ti gli au­men­ti sono sta­ti as­sor­bi­ti nel­le fi­lie­re in­du­stria­li. Cre­do sia ine­vi­ta­bi­le la re­vi­sio­ne del Re­co­ve­ry Plan – ha con­ti­nua­to il Pre­si­den­te – an­che solo per la que­stio­ne dei co­sti che sono esplo­si. Dob­bia­mo apri­re una sta­gio­ne di ri­for­mi­smo com­pe­ti­ti­vo per im­boc­ca­re un per­cor­so di cre­sci­ta strut­tu­ra­le per il fu­tu­ro dei no­stri fi­gli. Le ri­for­me han­no già ral­len­ta­to il pro­prio per­cor­so e in que­sto stia­mo fal­len­do il gran­de obiet­ti­vo del Pia­no: rea­liz­za­re quel­le ri­for­me che l’I­ta­lia aspet­ta da 30-40 an­ni”. Per Bo­no­mi “c’è una fa­scia di ita­lia­ni che sta sof­fren­do in ma­nie­ra mol­to im­por­tan­te: gio­va­ni, don­ne, la­vo­ra­to­ri con con­trat­to a tem­po. A que­ste per­so­ne dob­bia­mo ri­spon­de­re con un’o­pe­ra­zio­ne strut­tu­ra­le, non con mi­su­re una tan­tum e bo­nus. Noi ab­bia­mo chie­sto un ta­glio del cu­neo con­tri­bu­ti­vo. L’avevamo già chiesto con la legge di bilancio dell’anno scorso e invece si è voluto mettere 8 miliardi sul taglio Irpef che non si è sentito, ed ha avvantaggiato delle fasce di reddito che non sono quelle che soffrono di più. Avevamo dimostrato, numeri alla mano, che il nostro intervento avrebbe portato un beneficio doppio su queste categorie e non si riesce a capire perché in Italia non si voglia andare su un taglio strutturale a favore dei lavoratori che renda competitivo il sistema produttivo”. Secondo l’analisi di Confindustria e considerando il Def si può fare un taglio da 16 miliardi senza fare ricorso a scostamenti di bilancio, ha ribadito il Presidente: “Abbiamo stimato 16 miliardi perché bisogna dare un intervento forte, che dia uno shock. Si trat­ta di ave­re la vo­lon­tà di agi­re”.

 

DECRETO ENERGIA, CONFINDUSTRIA IN AUDIZIONE: APPROCCIO ANCORA INSUFFICIENTE. SERVE RISPOSTA DI AMPIO RESPIRO

Il De­cre­to co­sid­det­to “Ener­gia 2” esten­de le pre­ce­den­ti mi­su­re e ne in­tro­du­ce di nuo­ve. Nel com­ples­so, “pur am­plian­do la pla­tea di sog­get­ti, le nuo­ve nor­me con­fer­ma­no pur­trop­po l’ap­proc­cio con­giun­tu­ra­le dei pre­ce­den­ti in­ter­ven­ti del Go­ver­no, un ap­proc­cio che ab­bia­mo già va­lu­ta­to in­suf­fi­cien­te”. Così il Direttore Generale Fran­ce­sca Ma­riot­ti in au­di­zio­ne al Se­na­to. “Le mi­su­re di so­ste­gno do­vran­no as­su­me­re un ca­rat­te­re più mi­ra­to, ma so­prat­tut­to du­ra­tu­ro e ro­bu­sto dal pun­to di vi­sta del­le ri­sor­se im­pie­ga­te. An­che alla luce del­la di­scus­sio­ne sul Def, è ne­ces­sa­ria una ma­no­vra eco­no­mi­ca di am­pio re­spi­ro che stan­zi ri­sor­se ade­gua­te ad at­te­nua­re, quan­to­me­no, gli ef­fet­ti di que­sta con­giun­tu­ra, che non si con­clu­de­rà col se­con­do tri­me­stre”. Ma­riot­ti ha inol­tre ri­cor­da­to le pro­po­ste che Con­fin­du­stria ha for­mu­la­to da tem­po: “mes­sa a di­spo­si­zio­ne dei set­to­ri in­du­stria­li co­sid­det­ti elet­tro-in­ten­si­ve di 25 Twh (a oggi nel­le di­spo­ni­bi­li­tà del Gse) a un prez­zo pre­sta­bi­li­to, pari a 50 euro/​​​​​​​​​​​​​​​​​Mwh. A fron­te di que­sto be­ne­fi­cio, del­la du­ra­ta di 2-3 anni, l’in­du­stria ita­lia­na si im­pe­gna a svi­lup­pa­re in­ve­sti­men­ti per una ca­pa­ci­tà pro­dut­ti­va equi­va­len­te a 12 GW di pro­du­zio­ne fo­to­vol­tai­ca e a 5 GW di pro­du­zio­ne eo­li­ca; ac­com­pa­gna­re la mi­su­ra del Dl bol­let­te che pre­ve­de l’in­cre­men­to del­la pro­du­zio­ne di gas na­zio­na­le con la ces­sio­ne del­lo stes­so ai set­to­ri in­du­stria­li, per 10 anni, e una mi­su­ra pon­te fino alla di­spo­ni­bi­li­tà fi­si­ca dei nuo­vi vo­lu­mi che sa­ran­no estrat­ti; l’in­cre­men­to del­le age­vo­la­zio­ni per i set­to­ri e­ner­gi­vo­ri con ri­fe­ri­men­to alle com­po­nen­ti pa­ra­fi­sca­li del­la bol­let­ta elet­tri­ca e l’ac­ce­le­ra­zio­ne dei pro­ces­si au­to­riz­za­ti­vi per rag­giun­ge­re i tar­get del­le fon­ti rin­no­va­bi­li pre­vi­sti dal Pnrr”. Re­sta­no fon­da­men­ta­li ri­for­ma del mer­ca­to elet­tri­co e rin­no­va­bi­li.