Comunicato Stampa Assosoftware – 22/01/2013
Nel 2013 l’accertamento in base al redditometro potrà interessare al massimo 35.000 contribuenti, meno dei 40.000 accertati nel 2012 per effetto del vecchio strumento che prevedeva proprietà di cavalli, panfili e riserve di caccia.
La vicenda del redditometro è un classico esempio di come il tema fiscale viene affrontato in Italia dalla classe politica.
Introdotto da Berlusconi e il centrodestra e reso operativo dal governo dei tecnici, il nuovo strumento, riveduto e corretto con la collaborazione di tutte le associazioni di categoria, viene oggi disconosciuto da tutti, candidati al parlamento in testa, ma anche dai dirigenti delle associazioni che non esitano a proporne l’eliminazione o, almeno, una sostanziale modifica che ne renda vana l’applicazione.
Ma il nuovo redditometro è davvero più pericoloso e invasivo del vecchio?
E come si può continuare a difendere un sistema che non tiene più con un approccio di mera conservazione dei privilegi e dei vizi acquisiti?
Dal punto di vista tecnico il nuovo redditometro, anche se strumento imperfetto, è assai più equo di quello precedente che si basava sul semplice possesso dei beni.
Ora, ad esempio, dal possesso di un’autovettura non viene più presunto il reddito necessario per l’acquisto, ma quello per far fronte alle spese di gestione.
L’effetto sul reddito accertato risulta più contenuto che in passato.
Redditest e redditometro, come funzionano e in cosa differiscono?
Il redditest utilizza dati digitati manualmente dal contribuente, mentre il redditometro utilizza i dati presenti in anagrafe tributaria: gli esiti potranno essere notevolmente diversi.
Le software house forniranno a tutti i professionisti, Caf e associazioni di categoria soluzioni specializzate in grado di indirizzare al meglio le valutazioni dei contribuenti.
I software, alcuni già in corso di rilascio, prevedono l’integrazione con le informazioni presenti sui gestionali degli studi professionali come gli immobili, i mezzi di trasporto, assicurazioni ecc.
L’elaborazione del calcolo di coerenza, un data entry web per i clienti degli studi e una gestione di un bilancio famigliare in cui il contribuente potrà memorizzare le informazioni, renderanno
il redditometro uno strumento semplice e di uso corrente.
Dichiara Bonfiglio Mariotti, presidente Assosoftware:
“D’altra parte i rapporti telematici con il sistema bancario e con la P.A. ormai obbligatori e invocati da tutti, sono realtà e nei paesi più democratici al mondo la tracciabilità delle spese personali oltre che aziendali è realtà da decenni. Le imprese e i cittadini onesti contribuiscono al bilancio dello Stato con oltre il 60% dei propri guadagni. E’ ora che anche gli altri contribuiscano: solo così potranno diminuire le tasse per tutti”.
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