Pubblicato dalla Commissione europea uno studio relativo all’impatto del software open source sull’economia europea

La Commissione europea ha pubblicato il 6 settembre scorso i risultati di uno studio che analizza l’impatto economico del software e dell’hardware “open source” sull’economia europea. Si stima che nel 2018 le imprese con sede nell’UE abbiano investito circa 1 miliardo di euro in software “open source”, con un impatto positivo sull’economia europea compreso tra 65 e 95 miliardi di euro.

Lo studio prevede che un aumento del 10 per cento dei contributi al software “open source” genererebbe ogni anno un aumento del PIL compreso tra lo 0,4 per cento e lo 0,6 per cento e permetterebbe la nascita di oltre 600 nuove start-up nel settore delle TIC nell’UE. Gli studi di casi rivelano che, acquistando software con codice sorgente aperto anziché software proprietario, il settore pubblico potrebbe ridurre il costo totale della proprietà, evitare effetti di dipendenza dal fornitore (“vendor lock-in”) e di conseguenza rafforzare la propria autonomia digitale. Lo studio formula una serie di raccomandazioni specifiche di politica pubblica per fare sì che il settore pubblico diventi autonomo sotto il profilo digitale, la ricerca e l’innovazione abbiano carattere aperto e favoriscano la crescita europea e l’industria sia digitalizzata e competitiva a livello interno. A lungo termine, i risultati dello studio potrebbero essere utilizzati per rafforzare la dimensione “open source” nello sviluppo di future politiche in materia di software e hardware per l’industria dell’UE.

Si allega lo studio della Commissione europea.