Fisco 31 03 2020

Indennità e aiuti per l’emergenza, una vera svolta con burocrazia zero

di Bonfiglio Mariotti, presidente AssoSoftware

 

È passato oramai un mese da quando l’Italia ha preso consapevolezza dell’epidemia da Coronavirus, la più grave del nuovo millennio per estensione e numero di contagiati ma anche per l’impatto sulla nostra economia, già ora e soprattutto al termine dell’emergenza sanitaria. Le software house sono state tra le prime aziende a organizzarsi immediatamente per lavorare da remoto anche per la loro padronanza delle tecnologie necessarie.

 

Nel giro di pochi giorni decine di migliaia di operatori informatici sono stati attrezzati per lo sviluppo software e l’assistenza online direttamente dalle proprie abitazioni, mantenendo elevati livelli di sicurezza e produttività. Mentre molte attività andavano via via riducendosi e, dove possibile, trasformandosi in smart working (come negli studi professionali) in ottemperanza dei vari decreti di contenimento del virus, le software house hanno continuato la loro opera di gestione delle server farm, assistenza ai programmi, sviluppo delle soluzioni già concordate e adeguamento ai vari interventi normativi. Come prima, forse più di prima. Con la consapevolezza e la volontà di essere utili.

Anche se il Paese si sta fermando, c’è sempre un supermercato che lavora ed effettua ordini e vendite, una fabbrica che produce beni di prima necessità con tutta la filiera della logistica a monte e a valle, un ente pubblico che eroga servizi, soprattutto un ospedale che cura e assiste i malati più bisognosi. Tutti servizi strategici che funzionano anche grazie ai software e ai server che li ospitano.

Mai come in questi giorni si sta toccando con mano l’importanza della tecnologia e del software che ora ci permettono di lavorare dalle nostre case e di sbrigare gran parte delle attività necessarie al funzionamento del Paese.

Voglio sottolineare un aspetto non da poco: nessuna delle aziende, che in questo momento fornisce questi servizi essenziali, si è preoccupata di chiedere ai propri clienti quando potranno pagare i prodotti e le prestazioni che vengono fornite; l’unica priorità è stata garantire la continuità del servizio. Ma abbiamo gli stessi problemi di tutti, la liquidità che comincia a scarseggiare, gli stipendi da pagare tutti i mesi, gli affitti o i mutui delle sedi o, ancora, gli investimenti fatti per consentire il lavoro da remoto.

 

Per alcuni di noi ci sono ordini che vengono annullati, servizi sospesi e attività rinviate che nessuno sa se saranno confermate alla ripresa della normalità. Progetti che per molte piccole realtà erano vitali per la loro stessa esistenza. Perché ogni settore non è fatto solo di grandi imprese strutturate per affrontare anche situazioni fuori dalla normalità.

Fra le tante lezioni che possiamo apprendere da questa emergenza, ritengo che una delle priorità sia la riduzione della burocrazia. Certo, c’è la burocrazia buona e quella cattiva, controllo e adempimenti sono necessari per assicurare il rispetto delle norme e della sana concorrenza. Certamente la nostra salute merita il primo rispetto e tutta l’attenzione. Ma bisogna ridurre la complessità della macchina burocratica e semplificare le procedure in modo che ogni cosa possa avvenire velocemente e in modo chiaro per tutti.

Dall’erogazione delle indennità a sostegno di imprese e lavoratori, alle sospensioni dei versamenti di tributi e contributi, al rinvio degli adempimenti, tutto deve essere normato in modo rapido ma senza tanti cavilli e soprattutto verificando con gli operatori l’applicabilità delle varie misure messe in campo. Non si può passare da un click-day alla complessa richiesta di Pin obbligando milioni di persone a diventare improvvisamente digitali solo per ottenere 600 euro di sussidio. L’Inps ha già un consolidato sistema di deleghe delle imprese e degli autonomi ai propri professionisti, ci vuole così molto ad attivarle?

E se è così difficile, che almeno i 600 euro vengano erogati senza la necessità di domande e documenti o Pin, i dati necessari sono già in possesso degli enti erogatori.

Anche in questo caso le software house sono l’anello della catena che permette il funzionamento della macchina pubblica e dell’attuazione normativa. Paghe e Fisco sono da molti anni processi automatizzati che avvengono periodicamente nelle aziende e negli studi professionali grazie ai software e all’assistenza fornita dalle nostre aziende. Mi sembra scontata la necessità del massimo coinvolgimento per consentire ai software di diventare strumenti immediatamente operativi e consentire l’erogazione degli aiuti previsti dalla volontà del parlamento e dell’esecutivo.

Noi ci siamo, pronti a offrire la nostra esperienza e capacità d’intervento: per una volta evitiamo di considerarci controparti e lavoriamo tutti insieme per il bene dell’Italia.