I temi della settimana
EUROPA, BONOMI A LA STAMPA: SUGLI AIUTI DI STATO L’UNIONE STA SBAGLIANDO
“Non avere il nuovo fondo comune Ue, che la Commissione prospettava tra qualche mese, significa rinunciare all’idea di un’industria europea”. Ha detto il Presidente Carlo Bonomi dalle colonne della Stampa in occasione della missione a Bruxelles per incontrare eurodeputati e commissari europei, fra cui Vestager, Gentiloni e Dombrovskis. Dalle notizie che sono filtrate finora emerge che, di nuovo, la Germania imporrebbe la sua linea a tutti: sarebbe inaccettabile, un errore per l’Europa”, ha affermato Bonomi alla vigilia del vertice Ue. Secondo il Presidente, la deroga ai limiti degli aiuti di Stato che si sta delineando: “non è una buona soluzione nemmeno se tutti i Paesi avessero gli stessi margini di spesa” e “la Germania mostrerebbe di non credere nel mercato unico europeo. Guardando solo ai propri interessi. Dal governo Bonomi si aspetta “pragmatismo. Se prevalesse la linea tedesca, dovrebbe impegnarsi a salvaguardare l’industria italiana. Serve un risultato immediato, come minimo ottenere dalla Ue la possibilità di riprogrammare i fondi europei a vantaggio dell’industria per agevolare le transizioni. È un tema di competitività che richiede ampie risorse. Se non si vuole una dote europea ad hoc – ha spiegato -, dobbiamo chiedere di impiegare per la transizione tutti gli altri fondi non utilizzati. Abbiamo fatto qualcosa di analogo nel 2020 con la pandemia. Facciamolo di nuovo. Non è l’obiettivo ottimale, ma almeno su questo va ottenuto il sostegno europeo”. Bonomi è poi tornato a spingere per le riforme: “Lavoro, Welfare, Fisco, Politiche attive del lavoro, Giustizia ma sopratutto la pubblica amministrazione. Ora si parla di riforma fiscale, ma se l’intenzione è quella di parlare solo di ‘tre aliquote per l’Irpef’, allora non è una vera riforma fiscale. Deve esser organica. Ragionata e non scritta in poche settimane. Abbiamo un orizzonte di stabilità politica e anche le risorse. Non ci sono scuse”.
PMI: AL VIA ROAD SHOW SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE. MERCATO CRESCE DEL 22% ANNUO, VARRA’ 700 MLN NEL 2025
Prima tappa a Verona, con Confindustria Veneto e Confindustria Verona per il ciclo di incontri “l’Intelligenza Artificiale a servizio delle PMI: use cases e ambiti di sviluppo”, organizzato da Piccola Industria Confindustria e Anitec-Assinform, in collaborazione con la rete dei Digital Innovation Hub. Si tratta di un roadshow che in due anni toccherà tutte le regioni italiane con l’obiettivo di sensibilizzare e informare le piccole imprese associate a Confindustria sulle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale. Nonostante le sue potenzialità, l’IA rimane ancora scarsamente utilizzata dalle imprese italiane, in particolare quelle di minori dimensioni. Secondo Anitec-Assinform in Italia il mercato dell’Intelligenza artificiale ha raggiunto nel 2022 un volume di circa 422 milioni di euro (+21,9%) e, tra il 2022 e il 2025, è previsto che l’AI raggiunga i 700 mln nel 2025 con un tasso di crescita medio annuo del 22% (cfr. Il Digitale in Italia 2022 v.2).“Le nostre piccole e medie imprese negli ultimi anni si sono rafforzate, sono cresciute. Ma l’Italia resta sempre un paese a forte maggioranza di pmi. “Investire in intelligenza artificiale è una strada per aumentare la produttività e l’efficienza del sistema. Gli investimenti in software non sono impegnativi dal punto di vista finanziario, ma gli algoritmi possono consentire un grande balzo in avanti nella competitività delle aziende, colmando il gap che può derivare dalla piccola dimensione”. Così Giovanni Baroni, Presidente Piccola Industria al Sole24Ore, annunciando l’avvio del progetto.
SOSTENIBILITA’: CONFINDUSTRIA INSIEME A FEDERMANAGER E 4.MANAGER PROFILANO I MANAGER DEL FUTURO
Parte oggi a Venezia il progetto di Confindustria e Federmanager, promosso con 4.Manager, incentrato sulla figura strategica del Sustainability Manager. L’iniziativa ha l’obiettivo di rilevare il fabbisogno delle imprese di competenze manageriali specifiche, evidenziando le skill di questa professionalità emergente e strutturando un percorso di formazione ad essa dedicato. Secondo i dati dell’Osservatorio 4.Manager, che ha sondato un panel di oltre 4.000 imprese, il nostro sistema industriale ha aumentato del 5% ogni anno la richiesta di manager dotati di competenze sempre più precise nel settore green, oltre che qualificati in materia di criteri ESG, un mercato che dal 2021 è cresciuto del 19%. Tra il 2023 e il 2026, tanto le imprese quanto la PA avranno necessità di circa 4 milioni di lavoratori con competenze green di alto e medio profilo. Il Rapporto rivela che oltre il 50% delle Grandi e Medie imprese sta elaborando una strategia di trasformazione in funzione della sostenibilità, cercando professionisti in grado di comprendere tutti i processi aziendali, migliorando al contempo la pianificazione e la gestione. Per questo, Confindustria, Federmanager e 4.Manager hanno individuato e profilato nel dettaglio le caratteristiche e le competenze delle figure manageriali per la sostenibilità emergenti: sustainability manager, environmental manager, social manager, governance manager. “Per rendere la transizione una grande opportunità di sviluppo e innovazione, il fattore competenze svolge un ruolo fondamentale” – ha affermato Katia Da Ros, Vicepresidente di Confindustria per l’Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura. “Per accompagnare le imprese in questo cambio di paradigma del fare impresa, è assolutamente necessario avviare un nuovo, ambizioso piano di politica industriale che valorizzi e incentivi gli investimenti dedicati alla transizione verde e sostenibile, includendo gli aspetti della formazione e delle competenze”.
Leggi l’intervista del Presidente Bonomi a la Stampa
Leggi l’intervista e il comunicato sul progetto sull’intelligenza artificiale