Vi forniamo di seguito un aggiornamento in merito all’adozione del decreto attuativo recante la disciplina del nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti, RENTRI, inviato dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali: 

Lo schema di decreto del Ministero dell’Ambiente per l’entrata in vigore del Registro Elettronico Nazionale della Tracciabilità dei Rifiuti (R.E.N.T.Ri) ha terminato a fine dicembre 2022 il suo periodo di “Stand still” in Europa (90 giorni per ricevere osservazioni dagli Stati Membri); avendo acquisito lo scorso 20 dicembre anche il parere del Consiglio di Stato sembrerebbe aver completato l’iter istituzionale propedeutico alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.   Il Consiglio di Stato, nel dare parere “favorevole” al sistema e al suo impianto normativo, ha rilevato alcuni aspetti invitando l’amministrazione ad effettuare gli approfondimenti necessari prima della pubblicazione.

Uno dei principali rilievi dell’organo costituzionale è il costo della piattaforma che “comporta non irrilevanti oneri economico-finanziari”. Come a voi noto dalle nostre precedenti comunicazioni sul tema, i costi di funzionamento della piattaforma non saranno a carico dello Stato, ma verranno sostenuti con i contributi annuali versati dai soggetti obbligati all’utilizzo della piattaforma ( circa 1,2 milioni di imprese stimate); i giudici rilevano però critica l’indicazione contenuta nella relazione che accompagna lo schema di decreto, secondo cui “il raggiungimento dell’equilibrio finanziario del sistema si collocherebbe a circa 36 mesi dall’iscrizione della prima fascia di soggetti obbligati”.

Da qui la raccomandazione di acquisire la bollinatura della Ragioneria dello Stato sulla certificazione della solidità economico-finanziaria, passaggio che potrebbe far slittare l’approvazione del decreto ai primi mesi del 2023. Tale rinvio non compromette il rispetto del cronoprogramma ufficiale della Strategia Nazionale sull’Economia Circolare, che prevede la realizzazione a regime del R.E.N.T.Ri entro il primo trimestre 2023 (obiettivo PNRR).

Altro rilievo del Consiglio di Stato è sul “generoso regime transitorio” disposto dal regolamento, che colloca l’avvio del sistema nel periodo che va dai 18 ai 30 mesi dall’entrata in vigore del provvedimento. Le modalità operative d funzionamento sono affidate a decreti direttoriali che al momento appaiono secondo i giudici “di incerta e futura definizione”.  In tal senso si raccomanda al Ministero di chiarire “con quale prevedibile tempistica e ordine logico-giuridico potranno essere assicurate e conseguite l’effettiva strutturazione, implementazione e messa a regime del nuovo sistema RENTRi e dei suoi supporti tecnici (hardware) e logici di programmazione (software)”.

Tali rilievi secondo il Consiglio di Stato “non appaiono tali da pregiudicare l’ulteriore corso dello schema”, ma andrebbero approfonditi “per dare al testo una maggiore compiutezza”.  A tal fine i giudici suggeriscono che sarebbe opportuno integrare nel testo  “i risultati delle sperimentazioni effettuate e del proficuo dialogo con gli operatori del settore” condotto dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali e tutt’ora ancora in corso.

Il parere del Consiglio di Stato è un atto pubblico consultabile integralmente sul sito web dell’organo di rilievo costituzionale.

Nella tabella allegata abbiamo ricostruito i punti principali che hanno formato oggetto dei rilievi del Consiglio di Stato che, presumibilmente, verranno presi in carico dal MASE ai fini del perfezionamento del provvedimento attuativo.

In particolare, richiamiamo l’attenzione su un punto che Confindustria ha sempre sostenuto dovesse essere integrato all’interno del provvedimento attuativo, vale a dire l’esito della sperimentazione, considerato essenziale per la corretta predisposizione della normativa sulla tracciabilità.

Parere Consiglio di Stato su DM Rentri